Sou Fujimoto

di Ivana Riggi
Seguo da tempo la sua attività di Architetto impegnato in progetti come la T House, il Children’s Center for Psychiatric Rehabilitation, il Diagonal Walls/Group Home in Noboribetsu… per citarne alcuni… Ricordiamo inoltre che, tra i premi ricevuti, lei ha vinto nel 2008 sia il JIA (Japan Institute of Architects), sia Il Word Architecure Festival nella sezione Private House.
Il suo lavoro è, senz’altro, una continua ricerca!
Architetto che legame intercorre tra la sua architettura e il design?
Il suo lavoro è, senz’altro, una continua ricerca!
Architetto che legame intercorre tra la sua architettura e il design?
È la mia prima esperienza come progetto di installazione e di design ma personalmente vi trovo un forte legame con l’architettura. Ad esempio la seduta ‘crystallised chair’ che ho disegnato è sicuramente un prodotto di design ma, al momento in cui la si scompone, essa forma un mondo, un campo che ricrea uno spazio proprio come in architettura. In questo modo la relazione è facilmente assimilabile.
Come e da cosa nasce la sua collaborazione con Lexus?
Wahei Hirai, responsabile internazionale del Design Lexus, ha affermato che il design di L-finesse va oltre la superficie, scavando attraverso la tradizione giapponese. Cosa ha trasferito di ciò in questo progetto?
Colgo un’ottima ed immediata integrazione tra spazio, suono e luce!
La scelta del metacrilato come materiale predominante è stata immediata o ci si è arrivati dopo una serie di sperimentazioni?
Lei si definisce più un progettista, un designer o un’artista? Questa esperienza con Lexus in cosa l’ha arricchita?
Mi piace pensare alle persone ed al background che le circonda… mi ritengo un architetto, mi soddisfa il fatto di cercare di poter creare un’ ambiente in cui la gente viva meglio facendo una buona architettura. Sicuramente l’esperienza con Lexus mi ha arricchito fornendomi degli imput creativi nuovi che hanno aumentato la mia esperienza e che potranno senz’altro servire anche al mio lavoro di architetto.
dal nr 01_09