Il Circolo Virtuoso - Lidia Bachis
Domenica 22 aprile inaugura una nuova personale di
Lidia Bachis a Palazzo Mazzatosta, questa volta l’artista mette in luce le
relazioni che si creano nel mondo dell’arte. In mostra 9 ritratti (olio su
tela) di personaggi che come in un gioco di ruolo si muovono in un ambientazione narrativa, ognuno con un
preciso compito.
“…L’arte può imporre la sua idea e veste di bellezza, lavando panni e
coscienze e consacrandoli candidi all’eternità della memoria. Purificando il
potere e, di fatto, assolvendolo. È a quel concetto di virtù della bellezza che
è prima di tutto bellezza della virtù che punta il committente, il mecenate,
che si fa ritrarre per tramandare la propria immagine, non fedele allo sguardo,
ma rispondente alla percezione di sé, che si nutre del “filtro” dell’artista
per ottenere la garanzia di un talento che sia prova e strumento di immortalità
e parvenza di terzietà a garanzia del dato. Insomma, intelligenza immobile, mai
mobile opinione.
Il “Bello” imposto dal sistema ma soprattutto il sistema imposto del
Bello sono i temi della ricerca di Lidia Bachis, che di volto in volto, tra
vizio e virtù, storia e cronaca del circuito arte, ma soprattutto tra
meccanismi e ingranaggi, decide di ritrarre l’artista nel suo essere frutto,
testimone, e al contempo sintesi delle mille facce di quello stesso meccanismo
di cui, più o meno consapevolmente e volontariamente, è motore e traguardo. Se
la modernità di epoca e sguardo è rapporto - non necessariamente dialogo - a
due, tra artista e mecenate, la contemporaneità,
nel suo essere e farsi storia, moltiplica gli sguardi e le visioni. Così, i
canoni. Ecco, la perpendicolare della commissione, che scopre la
tridimensionalità del circolo, a comporre un insieme che è comunità, non sempre
comunione, dell’arte.
…Differenti per vocazione, passione, ruolo, filosofia forse, di certo
traguardo, le mille anime del circolo, qui, sono occhi puntati sull’artista:
diretti, indagatori, talvolta ambigui, comunque mai morbidi, sempre in attesa
dell’attimo della “creazione”, in cui l’artista torna ad essere solo se stesso,
Arte e Follia, libero dal vizio del circolo, cornice dello specchio che
talvolta rischia di limitare troppo il riflesso – e la riflessione – ma anche
dalla sua virtù, che del riflesso fa “illuminazione”. È lo Stregatto della
fiaba che guida Alice alle meraviglie invitandola a fare l’unica scelta saggia,
che è poi pure la più banale: perdere rotta, regole e codici, per lasciarsi
andare all’invenzione e alle sue espressioni. È lo Stregatto di Lidia Bachis,
che, di tela in tela, invita a guardarsi allo specchio e a prendere coscienza
di sé. Prima di tutti, il mondo dell’arte.”
introduzione critica di Valeria Arnaldi
a cura di Serena Achilli
dal 22 aprile al 6 maggio 2012
orario: dal giovedì al sabato 16,30 – 19,00
Palazzo Mazzatosta
arte contemporanea
di Giovanna Scappucci
Via Orologio Vecchio, 34
Viterbo